Nuove generazioni: manuale d’uso

Se hai dei figli adolescenti o se nella tua azienda sono stati assunti molti giovani e giovanissimi, ti sarà certamente capitato di imbatterti in vocaboli di cui nemmeno conoscevi l’esistenza. Avrai certamente annuito in segno di assenso per non fare la figura del tardone o della tardona, ma ancora oggi ti starai chiedendo che cosa significassero quelle parole dal vago sentore anglosassone. La ragione è che moltissimi ragazzi e ragazze della cosiddetta generazione Z usano moltissime parole derivate dall’inglese, a volte fuori contesto, per identificare atteggiamenti e situazioni ben precisi. Questo è un fenomeno non troppo recente, avveniva anche in passato, quando (forse) la generazione giovane eravamo noi (ahimè mi ci devo mettere in mezzo anche io), ma oggi la diffusione di questi termini è esponenziale e ha creato un vero e proprio substrato linguistico, a volte difficile da comprendere a pieno.

Di seguito troverete alcune delle espressioni più in voga del momento, anzi alcune delle espressioni “on fire”, per non sentirvi mai più dei Matusalemme… O almeno, ci proviamo…

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OK, Boomer!

Questa espressione è ormai diventata un simbolo dello scontro generazionale. Ne avevamo parlato in questo articolo sull’ageismo, proprio a dimostrare come questo linguaggio abbia ormai una diffusione ad ampio spettro, e come un certo utilizzo del vocabolario appartenga in maniera quasi esclusiva ad una certa fascia d’età. Se qualcuno, infatti, ti sta dicendo “OK, Boomer”, non esserne troppo contento perché starà certamente sottolineando come quello che stai dicendo o facendo sia ormai assolutamente superato, vecchio, di nessuna utilità nel mondo moderno.

Cringe

“Questa situazione è davvero cringe”. All’apparenza questa frase non ha alcun significato, anche perché la parola cringe in inglese significa strisciare o acquattarsi, ma il significato che gli viene attribuito oggi è quello di qualcosa di estremamente imbarazzante. Se una persona o qualcosa viene definito cringe, non prenderlo come un complimento.

ragazza che presenta alla lavagna

On fire*

Questa l’avete sentita per forza! Dove? Quando? Ve lo dico subito… Avete presente quei live su Zoom per fare esercizio a cui vi collegavate durante il lockdown per tenervi in forma? Il personal trainer lo avrà ripetuto almeno cento volte e voi avrete pensato che si riferisse al fatto che eravate rossi in faccia e sudati fino al midollo. Eh no! Essere on fire, vuol dire essere sul pezzo, essere al top del top, essere il più cool, e via dicendo… Insomma, quando state al massimo. Il mio livello di sopportazione per questo modo di dire è pari a zero, però rispetto ai primi due, almeno vi stanno facendo un complimento.

*Fun fact: l’espressione on fire, ha di fatto sostituito l’espressione lit, utilizzata dai Millenials per esprimere lo stesso concetto di on fire, molto più in uso tra gli esponenti della generazione Z.

Trigger

“Non hai capito, mi hai veramente triggerato”. Non è la frase di un film di fantascienza. No. È la triste realtà della lingua moderna. E se qualcuno ti sta triggerando è il caso di porre rimedio, perché vuol dire che ti stai veramente arrabbiando. Il termine trigger, infatti, significa grilletto, o miccia, ciò che si usa per sparare un colpo o per innescare un’esplosione, proprio come la tua inca**atura in certi momenti della giornata. E oggi, qualcuno ti ha triggerato?

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Normie

Se sei un “normie”, a seconda della prospettiva, può essere sia un pregio che un difetto. É un pregio nell’accezione di una persona che è alla moda e che segue i trend del momento (ad esempio se fai il “cool hunter”, ma vi prego risparmiatemi la spiegazione adesso); è invece un grave difetto nella definizione di una persona troppo conformista e attaccata alle regole, perché si sa, i giovani sono un po’ allergici alle regole… e lo siamo stati tutti, il che fa di entrambi, giovani e meno giovani, dei “normie”.

Blast

Se qualcuno ti ha “blastato” fai attenzione, perché potresti appena aver ricevuto una pettinata, una strigliata, insomma, una supercazzola. Il termine blast in inglese significa l’onda d’urto che deriva da un’esplosione, potenzialmente altrettanto distruttiva. Quindi che tu “blasti” o sia “blastato” sappi che non è proprio una cosa divertente.

From “man” to “brah”…

Se guardate qualche film o serie risalente a una ventina di anni fa, tipo Friends, noterete come si usava moltissimo, specialmente tra maschi (oggi dovremmo dire uomini cisgender), riferirsi l’un l’altro con frasi tipo “Hey man!”, “Thanks man” e così via.

Questo intercalare da giocatori di football ha però subito delle evoluzioni e da man si è passati negli anni duemila all’appelativo dude… “Hey dude”, “Yo, dude” sono espressioni tipiche di quell’epoca.

Negli anni 10 di questo millennio abbiamo assistito ad un cambio piuttosto radicale, è il comunissimo dude è magicamente diventato bro, diminutivo di brother (fratello), che ha poi portato anche alla coniazione del termine bromance, a significare un rapporto particolarmente amichevole e affettuoso tra due amici eterosessuali.

Volete sapere a che punto siamo oggi e cosa si usa al posto di bro? Brah.

A me sembra più il suono che emette una persona che rutta, poi fate voi…

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