Continuous learning: come mantenere la rotta durante la tempesta

Nella coda lunga della pandemia, l’unica costante sembra essere il cambiamento continuo, che richiede un piano per essere affrontato, accompagnato e gestito in maniera consapevole. Per mantenere la rotta durante la tempesta, la priorità di chi si occupa di HR sembra essere quindi l’attività di continuous learning, cioè la formazione e continua revisione delle competenze, per mantenere l’employability e supportare i propri team nella relazione con quest’epoca di grandi trasformazioni. Durante la HR Week organizzata da Le Fonti TV, Barilla, Cerved e Speexx si sono confrontate sui cambiamenti adottati dalle imprese nell’ultimo anno nell’ambito della formazione e sui benefici riscontrati dalle diverse attività, promosse anche dalle loro stesse realtà. 

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È cambiato lo spazio dell’imparare e ha cambiato il modo in cui impariamo

Uscire dall’aula fisica per entrare in un’aula virtuale, sempre in presenza, sempre nello stesso momento della giornata lavorativa, racconta Filippo Romanini di Barilla, è stato il grande cambiamento del nostro modo di fare formazione in azienda. Grazie all’utilizzo di una piattaforma digitale, abbiamo potuto coinvolgere l’utente in un contesto di apprendimento continuativo e immersivo. I dati che ne abbiamo ricavato ci parlano non solo su come è cambiato il modo in cui le persone imparano, ma anche sui set di competenze che l’azienda ritiene utili per le persone per essere formate e ottenere i risultati che ci attendiamo. Con questi cambiamenti, siamo entrati a pieno nel mondo del reskilling e upskilling continuo e consapevole.

L’aula virtuale ha permesso anche a persone di dipartimenti totalmente diversi uno scambio di conoscenze e informazioni di background, che i nostri colleghi hanno valutato in maniera estremamente positiva, racconta Francesca Leonini di Cerved. Da una parte, quindi, si è cercato di ampliare le opportunità di formazione e, allo stesso tempo, è stato fatto un tentativo anche di segmentare e creare per alcune famiglie professionali percorsi di formazione ad hoc, proprio per aiutare le persone a essere più produttive, competenti e felici.

Le piattaforme digitali e la creazione di nuovi contenuti

L’esperienza di Barilla con l’introduzione di una per piattaforma digitale per la gestione della formazione, nasce dall’intenzione di lavorare anche sul cosa, ponendo cioè l’attenzione non solo su come le persone apprendono, ma anche sui contenuti. Facilitati dalla possibilità di profilare l’utente, racconta Romanini, abbiamo quindi scelto di portare alle persone una quantità di contenuti molto più elevata e più aderente alla loro professionalità. Sebbene sia stato un grande successo, non possiamo non dire che se da una parte, gli analytics portano in sé un rischio di semplificazione, dall’altra ci muoviamo comunque in un mondo iper-complesso, e i sistemi HR sono ancora ancorati a riferimenti abbastanza deterministici, quali job description, ruoli e aspettative. Grazie anche a questa esperienza lato learning, ci siamo accorti che oggi servono job description meno definite e più elasticità. Il rischio di tutta questa possibilità di profilazione è quello di un appiattimento del pensiero che non serve all’elasticità, ma solo al controllo.

L’esperienza della Digital Academy di Cerved ha visto un’esperienza positiva in termini di coinvolgimento delle persone. Leonini racconta che il grande cambiamento è consistito nel fatto che non è più l’azienda a organizzare la formazione, ma sono le persone stesse che, con imprenditorialità e curiosità, possono spaziare nell’offerta formativa che oggi prevede 10 percorsi di formazione con 400 corsi disponibili in qualsiasi momento. In un momento come questo, in cui l’obsolescenza delle competenze è un tema molto importante, dare alle persone la possibilità di fruire di contenuti in maniera autonoma è molto importante per aiutarli a sviluppare sempre di più nuove competenze, dice Leonini.

L’esperienza di Speexx si muove nella stessa direzione. Le piattaforme digitali intelligenti di Speexx per l’apprendimento continuo delle lingue straniere, sono basate sull’intelligenza artificiale e nascono ben prima della pandemia. Questo periodo, racconta Claudio Cattaneo, è stato per noi un po’ uno stress test, perché ci ha permesso di capire se la nostra visione, la nostra idea della digitalizzazione della formazione, potesse essere vincente rispetto alla sfida della pandemia: e  abbiamo visto che è così. Abbiamo registrato, sia in termini quantitativi che qualitativi, una crescita importante. In particolare, dell’utilizzo di strumenti che hanno aiutato le persone a gestire concretamente questa fase delicata delle nostre vite. Parliamo di strumenti come l’email e le video presentazioni, il laboratorio di scrittura, il laboratorio video. É il tipo di formazione che Josh Bersin ha sempre chiamato ‘in the flow of work’.

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Personalizzazione dell’offerta formativa

Come Speexx, racconta Cattaneo, proponiamo un sistema basato sulla continua collaborazione e corresponsabilità nel percorso formativo tra azienda e la persona, che all’interno di questo si può creare un suo percorso personalizzato. È in questo bilanciamento che dobbiamo trovare una soluzione che avvicini l’utente alla persona, facendo convivere tecnologia e fattore umano, che comunque rimane nella formazione. 

La nostra filosofia, racconta Leonini di Cerved, è: più felici, più skillati i più produttivi. Recentemente, per esempio abbiamo spostato il focus della formazione sulla comunicazione, cercando di aiutare i nostri data scientist a rendere semplici scenari complessi in un contesto in continua evoluzione. Ci piace parlare di learning agility, cioè della capacità di imparare contenuti nuovi e approcciarsi a situazioni diverse, nel comprendere e saper usare meglio l’intelligenza emotiva, per esempio. Il termine non si limita ovviamente solo al concetto di empatia, ma anche di competenze, come la motivazione, la capacità di raggiungere gli obiettivi, imprenditorialità, per aiutare le persone a diventare artefici del loro percorso di crescita e sviluppo.

E dopo? Il futuro della formazione

Formazione continua, digitalizzazione e personalizzazione dell’offerta formativa sono le tre keyword di come è cambiata la formazione in azienda nell’ultimo anno e mezzo. Come sottolinea Claudio Cattaneo di Speexx, guardando al futuro, i vantaggi di questo cambiamenti sono molti, così come le complessità. La sensazione è che in futuro non si rimarrà al 100% nel digitale, ma ci sarà una sorta di accompagnamento a una maggiore comprensione di questo tipo di strumenti.  In Speexx cerchiamo di supportare le aziende nell’introduzione, attivazione e presa in carico di questo tipo di strumenti per portare le persone verso una maggiore consapevolezza nel loro utilizzo. 

Speexx realizza progetti di formazione e valutazione linguistica blended a distanza per le aziende. Aiutiamo le grandi organizzazioni in tutto il mondo a incrementare la produttività attraverso il miglioramento delle competenze comunicative dei propri dipendenti.

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Anche Cerved vede questo doppio binario nel futuro

Le persone hanno bisogno di trovare il confronto con i colleghi che può essere dato da un corso di formazione, ma che può essere anche strutturato in maniera diversa rispetto a un semplice corso. Una parte di formazione si potrà fare in auto-apprendimento e l’aula potrebbe restare come momento di scambio e condivisione di best practice. Francesca Leonini, sottolinea come questa potrebbe essere una bella opportunità per far convivere le diverse generazioni presenti all’interno dell’azienda. Abbiamo bisogno di competenze oggi che magari non sono ancora state formalizzate in università o nei contesti formativi istituzionali, abbiamo quindi un’esigenza concreta senza competenze esistenti: avere persone giovani che hanno appreso competenze fresche, apporta un valore aggiunto in azienda.

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