Come mantenere alta la motivazione con la valutazione delle performance

Le attività di valutazione delle performance, come lo skill mapping e l’organigramma qualitativo, che abbiamo visto declinati in diversi approcci adottati dalle aziende nell’ultimo anno, ricordiamo per esempio il Connected People Care, sono molto utili per comprendere la ricchezza interna alla nostra organizzazione, per pianificare efficacemente i nostri budget, per esercitare lo sguardo lungo tipico di chi agisce per prevenire i rischi e per progettare piani di formazione a medio e lungo termine. Ma non solo, la valutazione delle performance ci consente anche di comprendere in che modo sostenere la motivazione delle persone, sostenendole attraverso la comprensione delle loro esigenze formative, delle carenze, dei punti di forza, non solo dei singoli, ma anche dei gruppi e dell’intera organizzazione.

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La coda lunga della pandemia e il rischio del burnout

Il New York Times lo ha chiamato languishing ed è il senso di impotenza, letteralmente “il blah che senti di continuo” che ci sta lasciando questa coda lunga della pandemia. Un’assenza di benessere dovuta ai lockdown prolungati, alla lontananza dalla famiglia, alla continua incertezza della situazione, al lutto e al trauma che la pandemia di fatto ci ha portato, che sembra non abbandonarci mai. Il rischio è quello di riuscire più a darsi una direzione, a sentirsi con uno scopo, a muoversi verso quegli obiettivi, condivisi a inizio anno, che possono oggi sembrarci privi di qualunque senso.

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A cosa serve la valutazione delle performance

In questo scenario, la valutazione delle performance, condivisa con le persone, può costituire un utile strumento per aiutare le persone a mantenere la propria motivazione. La valutazione delle performance, negli approcci più utilizzati oggi, è costruita su un modello valutativo abilitato da una tecnologia che consente di raccogliere e analizzare i dati. Uno degli strumenti di questa attività è un organigramma qualitativo che contiene, di solito, i valori dell’organizzazione, i ruoli e le competenze, soft e hard, associate a tali ruoli, insieme agli obiettivi richiesti e alle attività da svolgere. Di solito, la valutazione si sviluppa per fasi: prima si definiscono le finalità della valutazione, che possono essere strategiche, gestionali o di sviluppo; poi si definiscono i ruoli; e, infine, i criteri valutatori. La sua finalità è quella di capire, e far capire alle persone, il loro livello attuale per ogni aspetto per aiutarle a proiettarsi nel futuro, a beneficio dell’organizzazione.

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Valutazione della performance e motivazione

La valutazione delle performance, per come la facciamo oggi, valuta, dunque, lo scarto tra i risultati richiesti e i risultati raggiunti rispetto alla posizione attualmente occupata all’interno dell’organigramma. I dati raccolti ci permettono di divenire consapevoli di quanto le persone contribuiscono ai risultati aziendali, consentendoci così anche di massimizzare le prestazioni, attraverso un coinvolgimento emotivo e razionale delle persone a tutti i livelli dove gli obiettivi condivisi vengono utilizzati come driver motivazionali. È importante, anzitutto, portare la consapevolezza, a tutti i livelli, sul fatto che è impossibile essere costantemente sul pezzo. Spesso le persone hanno bisogno di vedere un ritorno immediato del proprio lavoro e quando, in un periodo incerto come questo, questo non è possibile, la motivazione può calare.

Lo abbiamo imparato nell’ultimo anno e mezzo: non stare bene succede e prendersi cura della propria salute mentale non è solo un diritto del e della dipendente, ma una pratica che l’azienda deve supportare per il benessere globale dell’organizzazione. In secondo luogo, è altrettanto importante agire in ottica collaborativa, attivando un focus preciso sugli obiettivi, definiti e pratici, che si possono misurare anche nel medio periodo; utilizzare l’organigramma qualitativo per riportare l’attenzione sui punti di forza, le competenze e i talenti della persona; e incentivare il confronto, costruendo una cultura aziendale basata sul feedback. Più, infatti, le persone sono portate a usare quel che sanno fare, o a migliorarlo, nel proprio lavoro quotidiano, più si sentono capaci e sarà per loro più facile trovare energia per proseguire in ciò che abbiamo definito con loro all’inizio dell’anno.

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