Oltre la sostenibilità: il ruolo del HR nella “regeneration”

Nell’estate del 2019, quando il pensiero di una pandemia ci sfiorava soltanto al cinema, quasi duecento tra le imprese più influenti del mondo, da Apple ad Amazon passando per General Motors, JP Morgan e American Airlines, rendevano pubblico un documento in cui riconoscevano il valore della sostenibilità come centrale per creare valore di lungo periodo. L’impatto sull’ambiente e le comunità locali, i rapporti e la scelta dei fornitori, il rispetto dei consumatori, sono tutti elementi presi in considerazione per creare un futuro migliore. La sfida, si legge nel documento, è quella però non solo di correggere il tiro, cioè cambiando ciò che si è fatto finora per porre rimedio agli errori del passato; ma, soprattutto, capire in che modo fare meglio per il futuro. In altre parole, più che essere sostenibili, la necessità è quella di essere “rigenerativi”.

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La pandemia è stata la prima prova di regeneration

La buona notizia è che le imprese erano consapevoli già molto prima della pandemia del valore della sostenibilità e del fatto che le azioni che danno profitto potessero portare benefici anche nella lotta alla povertà, nel rispetto dell’ambiente e delle persone. Il Summit per l’Agenda 2030 per lo Sviluppo sostenibile, da cui sono emersi i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, è infatti del 2015. Negli ultimi anni molte aziende hanno così iniziato  a utilizzare la sostenibilità come orizzonte e come strumento per definire strategie a lungo termine capaci di generare un impatto positivo non solo sul proprio portafoglio, ma sulla società intera.

La pandemia ha aumentato questa consapevolezza, portando di fronte alle organizzazioni l’evidenza che non è più possibile separare gli ambiti di sostenibilità perché non è più possibile separare la società dall’azienda, il lavoro dalla vita privata, una parte del mondo con l’altra. Chiusi nelle nostre case, continuamente connessi attraverso internet, abbiamo capito per la prima volta cos’è la globalizzazione. E ci siamo resi conto che se quel che accade in un mercato rurale di una remota provincia orientale, ha conseguenze fin nelle nostre case, non ci si può occupare solo di una componente del mondo in cui viviamo, perché sono tutte collegate in modo complesso. Allora, appare altresì evidente che correggere gli errori fatti è certamente importante, ma trovare strategie nuove per fare ancora meglio, lo è di più.

ragazza che presenta alla lavagna

Cosa significa regeneration per il HR management

La sostenibilità prevede di mettere in efficienza un’organizzazione, ridurre gli sprechi, mappando le competenze interne e quelle necessarie per lo sviluppo all’interno di modelli gestionali e organizzativi che operano nel rispetto della diversità. In questo senso, la sostenibilità pone al centro l’organismo azienda ed è resa possibile dal engagement delle persone che permette, tra le altre cose, di creare un valore crescente nel tempo.

La regeneration richiede un cambio, ancora, di prospettiva. Uno zoom-out che consenta di vedere l’azienda, sì come organizzazione sostenibile, ma all’interno di un sistema più ampio a cui è interconnessa. Il HR management che si trovasse a operare in ottica regenerativa, dunque, dovrebbe avere la consapevolezza di tale rete e muoversi per operare strategie per cui ogni scelta aziendale possa avere un impatto positivo non solo al suo interno, ma anche verso l’esterno.

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Il ruolo del HR management nell’azienda regenerativa

Il HR ha quindi un ruolo centrale nell’accompagnare l’azienda in questo cambiamento. Il primo step è quello di lavorare sul mindset dell’organizzazione per aiutare tutte le persone che ne fanno parte a sentirsi parte di tale trasformazione, che è anzitutto culturale e valoriale, perché richiede di abbracciare la sostenibilità e i suoi vantaggi a tal punto da saper andare oltre. Le azioni del HR management devono inoltre essere finalizzate alla riprogettazione, dopo un’attenta rilettura, di alcuni processi chiave che permettano di bilanciare performance, profitto e benessere attraverso nuove modalità di organizzazione del lavoro. Certamente, in questo senso, aiuta molto anche l’apporto tecnologico, che deve facilitare tali mutamenti rendendoli più facili da comprendere e da gestire, come l’esperienza della gestione del lavoro in pandemia ci ha insegnato. Dunque, una gestione regenerative delle persone e dell’azienda ha come finalità primarie  l’equilibrio tra interno ed esterno, il benessere delle persone, dentro e fuori dall’azienda, e una progettazione a lungo termine capace di dotarsi di strumenti e obiettivi rilevanti per avere davvero un impatto positivo.

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