La nuova era della candidate experience: come migliorarla per attrarre talenti

Ci si sceglie sempre in due. Anche in azienda: il datore di lavoro e il candidato. Il processo di selezione non è solo un’opportunità per i datori di lavoro di scegliere futuri dipendenti ma è anche un’opportunità per i candidati di scegliere il loro futuro datore di lavoro. Anzi non è solo un processo: per il candidato è già un’esperienza. Nel linguaggio hr, infatti, prende il nome di “candidate experience”.

In un mondo del lavoro in continua evoluzione, e in cui ci sono molte opportunità, questa esperienza deve adattarsi alle esigenze dei lavoratori di oggi. Sono finiti i tempi in cui i dipendenti sceglievano di rimanere con un datore di lavoro fino alla pensione e senza fare domande. Oggi le persone chiedono di più alle aziende, pretendono una cultura aziendale in linea coi propri valori. E la candidate experience è il primo step in cui i futuri dipendenti sviluppano un’idea dell’azienda.

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L’influenza della candidate experience

Secondo un rapporto di CareerPlug del 2021 che esamina come l’esperienza del candidato influenzi il reclutamento e l’assunzione, il 75% delle persone che ora lavorano in aziende dove hanno avuto un’esperienza positiva con i candidati ha detto che il processo di assunzione ha influenzato la loro decisione di accettare l’offerta di lavoro.

Allo stesso tempo, almeno il 50% delle persone ha rifiutato un’offerta di lavoro a causa di una candidate experience negativa. Di questi il 37% ha detto di aver lasciato una recensione negativa online dopo aver avuto un’esperienza che non gli è piaciuta.

Come migliorare la candidate experience 

Candidate Experience indica quindi il modo in cui la persona che si candida per una posizione lavorativa vive il percorso di selezione, che inizia dal momento in cui viene a conoscenza dell’azienda fino all’eventuale assunzione e all’onboarding. Migliorarla è fondamentale e sono i datori di lavoro a dover essere i primi protagonisti delle soluzioni innovative per riuscire a ingaggiare i migliori talenti.

Un valido e imprescindibile allato per migliorare la candidate experience è la tecnologia, nelle sue ultime applicazioni digitali, come l’intelligenza artificiale e il gaming. L’IA consente ad esempio di velocizzare le operazioni ripetitive del processo di selezione per l’hr e numerosi vantaggi per il candidato: dalla chatbot che risponde alle domande più frequenti ai test virtuali per l’auto-verifica delle competenze. Il gaming invece offre un coinvolgimento emotivo maggiore.

ragazza che presenta alla lavagna

Da prima del colloquio

Cercare informazioni online e offline per farsi un’opinione sulla realtà a cui si sta inviando il curriculum è una pratica comune a tutti. Commenti sui forum, recensioni, telefonate a chi lavora nell’azienda in questione. La candidate experience ha inizio proprio qui.

Le aziende, quindi, dovranno proteggere il loro nome e dare importanza a quello che si dice su di loro e a trasmettere la propria immagine sui canali social, nelle job description, e anche nelle occasioni di incontro offline come le fiere o i career day. Considerando che oggi una recensione positiva o negativa può raggiungere moltissime persone attraverso il passaparola digitale.

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Durante la selezione 

In fase di candidatura è sempre più importante offrire un percorso chiaro e veloce. Secondo il rapporto di CareerPlug almeno il 66% di chi cerca lavoro abbandona il processo di candidatura se pensa che sia troppo lungo o complicato.

Le persone non vogliono spendere troppo tempo solo per comunicare i propri dati e inviare il curriculum. Per gli hr sarà meglio preferire processi di candidatura veloci e online, snellendo i form da compilare, quando le informazioni sono già comprese nel curriculum, qualora si dovesse inviare. Oppure utilizzando anche le piattaforme social. Sarà inoltre meglio non far passare troppo tempo per fornire un primo riscontro, anche se negativo, e poi i successivi.

Fino agli ultimi step e all’onboarding

La candidate experience confluisce infine nel processo di onboarding, perché a quel punto la persona inizia a non esser più un candidato ma a entrare a far parte della realtà dell’azienda. Un piano di inserimento efficace è fondamentale per assicurarsi che la new entry ritrovi il contesto che si era immaginato.

Sempre più aziende per migliorare la candidate experience si stanno facendo promotrici di dell’iniziativa che permette ai candidati di passare un giorno in azienda prima di accettare l’offerta di lavoro. Nelle fasi finali della selezione i candidati potranno toccare con mano la giornata tipo, conoscendo anche i loro futuri colleghi. Questa possibilità si inserisce nella tendenza principale che caratterizza oggi la candidate experience: ci si sceglie in due.

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