Il nuovo modello formativo 4.0 in Credem Banca | Marianna Bianchetta: “Iniziamo a parlare di competenze e non di corsi di formazione obbligatori”

Nuove sfide si affacciano nelle aziende, al lavoro per trovare soluzioni innovative che sappiano conciliare al meglio la motivazione delle persone e la competitività, soprattutto nel post-pandemia. Per farlo è fondamentale che i modelli formativi siano sempre al passo, in un mondo in cui l’evoluzione delle competenze necessarie va veloce. Questi sono i temi al centro dell’evento “Il nuovo modello formativo 4.0 in Credem Banca”, in cui Marianna Bianchetta, Responsabile Centro Formazione e Competenze in Credem, ha parlato di come lifelong learning, proattività, responsabilità rientrano nelle strategie che migliorano la formazione in azienda.

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Il gruppo bancario Credem conta oltre 6.000 dipendenti distribuiti in più di 600 filiali. “È per loro che il modello formativo 4.0 è stato sviluppato”, racconta Bianchetta. “L’abbiamo disegnato prima della pandemia ma l’emergenza ha accelerato questa evoluzione, esaltandone l’importanza e l’urgenza”. La nuova formazione si basa su tre pilastri: l’apprendimento costante, l’auto-attivazione e un nuovo concetto di responsabilità. Come spiega Bianchetta, “prima bastava qualche aggiornamento ogni tanto ma adesso bisogna imparare continuamente e lo vediamo anche dal punto di vista digitale”. Gli altri pilastri riguardano invece il singolo: “auto-attivazione significa prendere l’iniziativa e di conseguenza essere noi stessi i responsabili del nostro apprendimento”.

studentessa impara a lavoro

Per anni il modello formativo nelle aziende era invece organizzato secondo una modalità top-down. Secondo Bianchetta così la percezione era nei dipendenti di un forzato “devo farlo!”, senza che si riconoscesse alcun vantaggio personale. Focalizzata per lo più sugli aspetti tecnici, la formazione prevedeva percorsi statici e indifferenziati. “Per avere successo oggi – spiega invece lei – la formazione deve essere responsabilità di tutti, per questo alla base del nostro modello c’è il concetto di leadership diffusa: la svolta è che ogni persona si preoccupi della propria crescita e del proprio sviluppo e l’azienda deve dargliene la possibilità”.

Il principale obiettivo, assicura Bianchetta, è che adesso il modello formativo permetta la crescita della persona nella sua totalità e che non sia legata solo ai tradizionali corsi: “In Credem iniziamo a parlare di competenze e non di corsi, e occorre tenere presente che molte competenze acquisite fuori dal lavoro sono utili e fanno parte del bagaglio di ognuno”. Per questo anche la personalizzazione è fondamentale. “Ognuno ha i suoi ritmi e le sue capacità – sottolinea Bianchetta – e un approccio universale non è efficace”. Digitale, anywhere, anytime, non linear learning: sono questi gli attributi innovativi che agevolano la rapidità e la capacità di affrontare un contesto che cambia.

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Tutto questo ha un effetto benefico anche sulla motivazione, perché le persone capiscono che il beneficio non è solo la crescita professionale ma anche personale, nella logica del win-win. “Le persone devono sentirsi ingaggiate, non indotte o obbligate alla formazione”, dice Bianchetta. “Le logiche di controllo, punitive devono essere abbandonate e al loro posto devono subentrare logiche di rewarding che creano engagement”.

In Credem questo si è tradotto in un modello che divide le competenze in quattro tipologie: necessarie, normative, suggerite ed extra. “Competenze, non corsi obbligatori”, chiarisce Bianchetta. “E non sono solo tecniche ma anche trasversali, per aumentare le proprie soft skill, sempre più importanti nella formazione”. I quattro tipi disegnano un percorso, da quelle necessarie per ricoprire un ruolo a quelle extra in cui è possibile condividere con gli altri una propria passione anche non legata all’ambito professionale. Tra le competenze suggerite, spiega Bianchetta, possono esserci temi utili a ricoprire ruoli desiderati “oppure che aiutino nell’attività quotidiana, come la gestione feedback o la gestione conflitto”. Anche la creazione della formazione è al centro di strategie innovative: “Stiamo lavorando su tutte le modalità di erogazione, in ottica del nuovo modello 4.0 attraverso webinar, autodidattica e soluzioni blended”.

L’elemento più importante, conclude Bianchetta, è che l’azienda metta a disposizione il più alto numero di risorse formative possibile. “Se le persone adottano l’auto-attivazione diventando davvero protagoniste, avremo il massimo apprendimento. Nulla procede linearmente, mentre parliamo il contesto è già cambiato. Se perseguiremo i nuovi paradigmi della formazione, avremo le energie per attraversare il cambiamento”.

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