L’emotional intelligence al servizio del business

Si sente parlare spesso di “emotional intelligence”, ma di che cosa si tratta nello specifico?

L’intelligenza emozionale è una capacità intellettiva che aiuta a leggere e interpretare le nostre emozioni e quelle degli altri. Possedere un alto grado di intelligenza emotiva porta a maturare una maggiore consapevolezza di sé stessi e di come ci poniamo di fronte ad altre persone e situazioni.

Secondo le più acclamate teorie sul tema, l’intelligenza emozionale si compone di alcune variabili fondamentali:

1) Social skills: ovvero la capacità di creare e mantenere delle relazioni sane e costruttive.

2) Self-awareness: la consapevolezza dei propri pensieri, emozioni, e azioni, nonché della propria motivazione.

3) Self-regulation: l’abilità di regolare e controllare le proprie emozioni a seconda del contesto o dell’ambiente in cui ci troviamo.

4) Empathy: l’empatia, ovvero l’abilità di mettersi nelle scarpe di qualcun altro, comprendendone motivazioni e pensieri.

5) Decision-making: la capacità di ogni individuo di prendere decisioni responsabili, ma soprattutto di accettarne le conseguenze.

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Ma come possiamo utilizzare queste competenze e sfruttarle al meglio per metterle al servizio del nostro lavoro, o della nostra azienda?

In questo caso dovremmo parlare di business emotional intelligence, ovvero un approccio pratico basato sui concetti dell’emotional intelligence classica che aiuti le persone facenti parte di un’organizzazione o di un team di lavoro a capire come le stesse si comportano e come questi comportamenti influiscano massivamente sulle performance lavorative. In generale la business emotional intelligence si preoccupa di aspetti come la massimizzazione dell’engagement, e di conseguenza della performance.

testa che si espande per le tante idee

La business emotional intelligence è quindi una teoria più pratica che punta ad un risultato diretto in termini di performance e profitto ed è direttamente misurabile tramite la definizione di KPI specifici. Ciononostante, questa teoria non perde il suo aspetto socio-umanistico, ma diventa un vero e proprio strumento pratico ed applicabile a diverse organizzazioni. Per poter soddisfare questo requisito, le variabili in gioco diventano 8, e sono così suddivise:

1) Decisiveness

La volontà decisionale, che si esprime tramite un bisogno di controllo che porta ad una situazione di comfort nel prendere decisioni e assumersi le relative responsabilità.

2) Motivation

Il livello di energia, passione, volontà, ed entusiasmo di un individuo nei confronti del proprio lavoro. In generale, la motivazione di un individuo fa sì che il suo ottimismo e la sua positività, combinati al bisogno di ottenere risultati e affrontare delle sfide, aumentino la sua performance.

3) Influence

Il desiderio di influenzare gli altri e persuaderli risponde alla necessità di molti di essere ascoltati e di avere un impatto nelle decisioni che vengono prese a livello di organizzazione. Ognuno di noi vuole sentirsi utile e apprezzato.

4) Adaptability

Il desiderio di varietà sul posto di lavoro, ma anche l’esigenza di una certa flessibilità. Molte persone hanno la capacità di mantenere una mente aperta che gli consente di adottare approcci creativi alla risoluzione di problemi.

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5) Empathy

Come per l’emotional intelligence, la capacità di riconoscere ed essere sensibili agli stimoli esterni, in particolare per quanto riguarda le emozioni e i sentimenti degli altri. Questa abilità si abbina al bisogno di capire, aiutare, e lavorare con gli altri.

6) Conscientiousness

Una parola difficile che esprime il bisogno di pianificare ed avere una struttura, essere diligenti e rispettare le scadenze, anche nel rispetto del lavoro altrui. In generale una persona coscienziosa sarà molto attenta e rispettosa di regole e norme, a beneficio dell’intera organizzazione.

7) Stress Resilience or Emotional Control

Non possiamo nasconderci dietro a un dito e far finta che lo stress non faccia parte delle nostre vite, ma esistono dei modi per arginarlo. La resilienza allo stress è infatti la capacità di rilassarsi e gestire la pressione sul lavoro. Questo avviene tramite un controllo delle proprie emozioni, in particolare nel non rispondere in maniera incontrollata alle provocazioni o a situazioni stressanti.

8) Self-Awareness

All’ultimo posto di questa scala, ma non per importanza, troviamo nuovamente il concetto di self-awareness. Questa è una scala che consente di comprendere quanto un individuo sia in grado di comprendere sé stesso in relazione alle emozioni e ai bisogni degli altri.

L’intelligenza emozionale, in particolare se applicata al mondo del lavoro, come abbiamo visto, si compone di diversi fattori. Non è pensabile possederli tutti e in egual misura, ma quello che possiamo fare come individui è cercare il maggior equilibrio possibile tra queste competenze, sviluppando quindi un forte senso di empatia che ci aiuti a comprendere prima di reagire impulsivamente.

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