Fondo Nuove Competenze: la risposta alla crisi passa dalla formazione

La Fondazione Di Vittorio ha reso pubblico proprio ieri il suo nuovo studio sulla questione salariale in Italia.

Dal report emerge un dato allarmante: al netto di una media di ore lavorate tra le più alte d’Europa, gli italiani rientrano tra i meno pagati. Una contraddizione in termini che, secondo lo studio, è attribuibile anche alla scarsa capacità tecnologica e ai bassi investimenti in innovazione del nostro sistema economico”.

Pesano, quindi, competenze obsolete, non aggiornate ed una Digital Adoption ancora troppo acerba. È il fenomeno dello skills mismatch, ovvero il disallineamento tra il know how richiesto dalle imprese e quello di cui i lavoratori sono dotati.

Appare evidente, allora, che la formazione assurge ancora una volta ad essere il driver competitivo fondamentale per le imprese e per l’intero tessuto economico del sistema Paese; un valore cardine su cui è necessario investire in una visione progettuale di lungo periodo.

Ed è proprio in questa direzione che si muove il Fondo Nuove Competenze, la ricetta del Governo per rilanciare la produttività del Paese e trasformare la crisi in un’occasione di svolta.

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Formazione e riqualificazione delle risorse: la formula del Fondo Nuove Competenze per colmare il gap dello skills mismatch

È appena stato pubblicato l’Avviso Pubblico del Fondo Nuove Competenze sul sito di Anpal; uno strumento fortemente voluto dal Ministro Catalfo per supportare aziende e lavoratori provati dall’impatto dell’emergenza sanitaria.

Le istanze di presentazione, corredate dagli accordi collettivi e dal Piano Formativo, devono essere fatte pervenire entro il 31 dicembre 2020.

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Fondo Nuove Competenze: cosa prevede

Introdotto nel Decreto Rilancio ed istituito presso l’Agenzia Nazionale per il Lavoro, il Fondo Nuove Competenze si propone di offrire una risposta alle sfide del mercato del lavoro post Covid, scommettendo tutto su formazione e riqualificazione del personale.

Grazie al Fondo, le aziende hanno infatti la possibilità di attivare programmi formativi a costo zero attraverso la sottoscrizione di accordi di rimodulazione dell’orario lavorativo che potrà essere, in parte, destinato alla formazione. Tutti gli oneri associati sono a carico dello Stato che, per questa misura, ha stanziato un totale di 730 milioni.

L’obiettivo è quello di proporre un’alternativa alla cassa integrazione, attraverso una politica attiva che da un lato miri ad accrescere il know how aziendale e a combattere l’obsolescenza delle competenze e dall’altro non vada ad impattare sulla retribuzione del dipendente.

Si tratta senz’altro di un’opportunità imperdibile per le aziende; per questo abbiamo voluto riassumere tutto ciò che serve sapere in alcuni punti chiave:

  1. Gli interventi del Fondo sono rivolti a tutti i datori di lavoro del settore privato che abbiano stipulato e sottoscritto gli accordi collettivi di rimodulazione del lavoro entro il 31 dicembre 2020
  2. Gli accordi devono includere la natura dei progetti formativi, il numero dei lavoratori coinvolti e il numero di ore lavorative che verranno destinate alle attività formative (il limite massimo per lavoratore è individuato in 250 ore)
  3. I progetti formativi possono essere finalizzati all’acquisizione o alla sviluppo di skills necessarie a fronteggiare le mutate esigenze dell’impresa; oppure tendere a favorire l’occupabilità e la ricollocazione del lavoratore dotandolo di strumenti idonei
  4. Le attività dovranno concludersi entro 90 giorni dall’approvazione dell’istanza da parte di Anpal. Il termine è elevato a 120 giorni se vengono coinvolti anche i Fondi Interprofessionali
  5. Anpal elaborerà le domande secondo il criterio cronologico di presentazione

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Appare evidente come la velocità di manovra e la scelta di un partner specializzato nel digital training siano elementi decisivi per cogliere questa straordinaria opportunità e realizzare piani formativi che abbiano un reale impatto competitivo sulla vostra impresa.

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