Noam Chomsky, linguista, nonché uno dei più famosi scienziati studiosi del linguaggio, ci dice che le lingue sono intrise di regole grammaticali e che il cervello umano sin dai primi anni di vita è predisposto a capire queste regole.

Le indagini di Chomsky hanno rivoluzionato le moderne teorie riguardanti la comprensione del linguaggio e lo studio della biolinguistica.

In una delle sue principali opere Il Linguaggio e la mente (1972) Chomsky ci dice che quando studiamo il linguaggio umano ci avviciniamo all’essenza umana –  il linguaggio è una delle peculiarità dell’uomo, una delle caratteristiche chiave che distingue  l’uomo dagli altri animali. Tuttavia, alcuni step nell’evoluzione del linguaggio sono ancora poco conosciuti.

“Give me a child and I’ll shape him into anything”

Prima di Chomsky, B.F. Skinner, fondatore del comportamentismo, sostiene che ogni comportamento viene appreso e che gli esseri umani nascono senza abilità innate, il cervello dell’uomo è una tabula rasa. Il non innatismo del comportamento viene esteso anche all’universo del linguaggio. Nel suo libro del 1957 Verbal Behavior, Skinner ha tentato di spiegare l’acquisizione del linguaggio attraverso  associazione, imitazione e consolidamento.  L’apprendimento di una lingua per Skinner opera quindi sugli stessi principi che un topo di laboratorio utilizzerà per imparare un labirinto o premere un pulsante.

“Assisting a flower to grow in its own way”

Nel 1959 Chomsky critica Skinner constatando che un bambino impara una lingua troppo in fretta per essere totalmente dipendente dalle associazioni logiche di imitazione descritte dal collega Skinner. Inoltre i bambini imparano a costruire frasi che non hanno mai sentito prima. Il linguaggio è qualcosa di molto più complesso. Chomsky prende definitivamente le distanze dai comportamentisti paragonando i due tipi di approccio alla differenza tra “riempire d’acqua un contenitore vuoto e aiutare un fiore che cresce a modo suo”.

“Colorless green ideas sleep furiously”

La grammatica è l’insieme delle regole che governano la costruzione di una frase, è ciò che permette alle persone di costruire frasi mai sentite prima, le persone usano queste regole anche per identificare le frasi sgrammaticate. Un esempio: La frase “verdi idee incolori dormono furiosamente”  ha un senso grammaticale anche se è praticamente privo di significato, se organizziamo in modo diverso le parole all’interno di questa frase in questo modo “idee sono incolore verde furiosamente” le persone giudicheranno la frase da un punto di vista grammaticale tralasciando il fatto che sia un nonsense. La frase verrà rifiutata sul piano della grammatica.

Poiché  tutte le lingue condividono blocchi grammaticali comuni (sostantivi, verbi) Chomsky ha sviluppato il concetto di “Universali linguistici“: egli ritiene che il cervello sia strutturato in modo tale da comprendere automaticamente meccanismi grammaticali comuni. Sin dai primi anni di vita il cervello di un individuo attiva una sorta di interruttori (switches) grammaticali che permettono la rapida acquisizione del linguaggio.

Il cervello umano mantiene attivi questi interruttori per qualche anno di vita. Questo periodo detto “periodo critico” viene identificato tra i due anni di età e la pubertà e corrisponde al lasso di tempo in cui il bambino impara la lingua della madre. Paradossalmente, se un bambino non venisse esposto ad un alcun tipo di segnale linguistico durante questo periodo, questo non sarà in grado di sviluppare normalmente il proprio linguaggio.

Altra importante implicazione del periodo critico è relativa all’apprendimento della seconda lingua: i bambini sono biologicamente più abili ad imparare una seconda lingua. Per questo, durante il periodo critico i bambini potranno facilmente raccogliere un certo numero di informazioni linguistiche presenti allo stesso tempo. Poi, quando gli interruttori grammaticali saranno spenti, diventerà molto più difficile per esempio per un individuo adulto apprendere una seconda lingua.