Ti alzi la mattina, ti prepari a puntino, caffè a profusione, prendi i mezzi e vai in ufficio, dove il team si riunisce per portare a termine i propri compiti. Oppure tutto resta uguale tranne per il fatto che non sali su una metro, un treno, una macchina o una bicicletta. Con la tua tazza di caffè in mano, accendi il pc direttamente da casa tua. Noi tutti sappiamo che molti dei nostri compiti quotidiani possono essere svolti da remoto, grazie alla tecnologia. Una tecnologia che corre così veloce da permetterci di essere sempre connessi a casa o in qualunque altro luogo, e che di fatto continua a permetterci di essere parte di un team da remoto. Risparmio di tempo ed energie: tempo ed energie che possiamo destinare al lavoro stesso.

Un altro aspetto da non trascurare, credo, è che in passato si credeva che la scelta di lavorare da casa fosse un’esclusiva delle mamme, per conciliare impegni di lavoro e di famiglia più facilmente. Ma gli eventi evolvono e cambiano.

Personalmente, il fatto di lavorare da casa mi permette di concentrarmi maggiormente e di organizzarmi con più libertà e scioltezza l’agenda e gli impegni. Certo il lavoro in autonomia non permette di interagire direttamente con i colleghi, o, per lo meno, non di persona. Ecco che ci appelliamo a mezzi quali Skype, GoToMeeting, GoToWebinar, al caro telefono o a tutti quei software che permettono di restare al passo con milestone di progetto condivise da tutto il team. E così si è sempre aggiornati.

Vorrei citare un paio di passaggi frutto della ricerca dell’ Osservatorio Smart Working, a cura della School of Management del Politecnico di Milano: “smart working significa risparmio anche per la spesa pubblica, grazie alla riduzione degli spostamenti, del traffico, degli incidenti e delle emissioni di CO2 ed ha ripercussioni positive non solo sotto l’aspetto materiale ma anche sotto quello psicologico dei lavoratori.” Insomma, la flessibilità di orari e di gestione del lavoro stesso stimola ed aumenta la produttività del collaboratore. Senza contare, a parer mio, il fattore comodità ed ottimizzazione delle “cose da fare”.

La proposta del mio responsabile, di collaborare da casa anziché con postazione fissa in sede, è stata assolutamente ben accetta da parte mia e si è potuta mettere in atto in quanto ero già formata ed “arruolata” in merito all’incarico da svolgere e alle skill da padroneggiare.

Alla fine il regista sei tu, si tratta di riorganizzarsi il lavoro e la giornata, di gestire sé stessi in un ambiente diverso, ma comunque familiare, senza perdere di vista gli obiettivi e le priorità.

Tornando alla ricerca citata in precedenza, ci sono alcuni rischi a cui si potrebbe incorrere. Per esempio “non riuscire a separare nettamente casa e lavoro. Se si ha già una naturale tendenza a non staccare mai dal lavoro, farlo da casa accentua ancor di più il rischio di dipendenza dal lavoro.”

Per quanto mi riguarda, in quasi un anno di lavoro in autonomia ritengo di essermi organizzata al meglio. Per esempio, riesco a ritagliarmi il tempo per fare la mia camminata quotidiana, oppure andare in palestra in pausa pranzo senza dover fare corse o ancora peggio saltare il pranzo.

Infine, secondo il Wall Street Journal,  il 70% dei lavoratori della Cisco Systems lavora regolarmente da casa garantendo il raggiungimento degli obiettivi e il mantenimento degli impegni presi. Smart working raggiungendo gli obiettivi che ci siamo preposti è una pratica che accomuna sempre più aziende al giorno d’oggi.

In fondo anch’io ho scritto queste righe direttamente da casa … ed è un bel vantaggio!