Video: come i Big Data possono aiutare nella formazione aziendale?

Siamo online con la terza ed ultima parte della video guida che Speexx ha prodotto per supportare HR e L&D manager nello sviluppo e ottimizzazione della workforce mobility e nell’analisi dei Big Data in ambito formazione.

Armin Hopp, Presidente e Fondatore di Speexx oggi analizza il ruolo dei Big Data e di come la loro analisi possa aiutare HR e L&D manager nello sviluppo e nell’attuazione dei piani di formazione aziendale.

Se ti può aiutare, sono a disposizione i sottotitoli in italiano nei setting del video.

Perché le aziende dovrebbero raccogliere ed analizzare i dati degli studenti?

“Con l’avvento delle tecnologie cloud-based le organizzazioni sempre più spesso valutano soluzioni globali o su scala multinazionale per la formazione aziendale. E fanno questo per essere in grado di raggiungere quanti più studenti all’interno del proprio capitale umano aziendale, avendo così uno standard comune per la formazione, in modo da avere risultati facilmente comparabili.

Misurando i risultati della formazione, il dispendio di tempo ed i costi ovviamente, si è in grado di produrre precisi report relativi al successo dei corsi di formazione. Siamo in un momento storico durante il quale le organizzazioni possono trattare la formazione come un business case aziendale all’interno di grandi organizzazioni rispetto al passato quando si operava attraverso modalità meno integrate.

I nostri clienti si aspettano che i sistemi sfruttino il cloud per far apprendere le persone, ma io non credo che i learning management system o i talent management system possano garantire i risultati senza una cultura di apprendimento. Sarebbe come ci aspettassimo che un CRM “venda” senza l’ausilio di personale commerciale.

Analogamente, con un Learning Management System c’è sempre bisogno di persone che effettivamente gestiscano i sistemi.
I Data Analytics permettono ad HR e L&D manager di dare risposte alle richieste in modo più veloce agli utenti di quanto non fosse possibile nel passato con i metodi di formazioni tradizionali.

Quello in cui i Big Data riescono davvero a supportarci è il controllo dei risultati per indirizzare gli studenti verso un cammino di apprendimento basato sui propri risultati, fattore nuovo rispetto al passato, e ciò si può concepire a livello aziendale globale. Lo si può fare ora attraverso l’uso di sistemi cloud based, senza gestire solo localmente i dati ma in modo, appunto, globale.

Il cloud permette così di rafforzare le organizzazioni nella gestione globale del capitale umano, fornendo soluzioni internazionali di apprendimento e fissando così standard unici.”

Come i dati di apprendimento possono aiutare le organizzazioni?

“Siamo ad un punto ora in cui possiamo sfruttare i Big Data raccolti nell’ultimo paio di anni per prevedere i comportamenti degli utenti, degli studenti: per esempio se notiamo un percorso che fa presagire un risultato di abbandono del corso, useremo questi parametri per incrementare le azioni di coaching e far sì che non vi sia un risultato negativo. Perchè è nostro interesse, dei nostri clienti e principalmente dello studente di far sì di evitare l’abbandono del percorso formativo, raggiungendo il risultato risultato prefissato.

Credo quindi che i Big Data non siamo utili solo per monitorare, non solo per avere precisi report ed avere i dati in una dashboard dal design accattivante, si tratta soprattutto di usare i dati in nostro possesso per facilitare la learning experience, affinché gli utenti raggiungano gli obiettivi attraverso la cosiddetta “predictive technology“.

I Big Data quindi aiutano le organizzazioni a capire dove si hanno gap di competenze all’interno della popolazione. E’ possibile organizzare test su tutta la popolazione aziendale sulle lingue ad esempio, ma su anche altre competenze ovviamente, e prevedere poi l’uso di tecnologie cloud based per colmare la mancanza di competenze.”

Come i Big Data sono usati dalle aziende per supportare la formazione?

“I Big Data hanno già largamente modificato le aziende retail ed i consumatori stessi, e del resto gli utenti, gli studenti dei sistemi in e-learning sono consumatori di un prodotto.
Credo fermamente che la tecnologia cloud-based trasformerà questa parte di business ed è per questo motivo che HR e L&D manager si rivolgeranno a provider che forniscano strumenti di controllo, di monitoraggio del percorso formativo e per strutturare il percorso di formazione basandosi su predizioni basate sui dati già raccolti in precedenza.”

Che consigli dare?

“Uno dei consigli più importanti è l’individuazione di parametri, di metriche: usare i Big Data è utile solo se si hanno parametri su cui lavorare. Molte aziende decidono di affidarsi alla tecnologia per avere efficienza dei costi con una più larga diffusione, ma alla fine tutto si basa sulle metriche individuate per parametrare i risultati che gli utenti producono all’interno del sistema. I parametri sono molto importanti, e sono diversi in base al paese,  all’azienda. Bisogna quindi ragionare molto bene quali risultati vogliamo dai nostri studenti e poi inserire quei parametri nel sistema e monitorare i risultati stessi degli studenti.

In secondo luogo lavorare a stretto contatto con i provider di soluzioni di formazione per prevedere quali saranno i comportamenti degli utenti piuttosto che solamente misurarne i risultati. La predizione è uno strumento molto importante che assicura il successo dei programmi di formazione all’interno di tutta la popolazione aziendale, concentrandosi sul singolo individuo.

E poi il consolidamento dei dati è un altro aspetto molto importante.
Una volta stabiliti i parametri, scelti gli strumenti predittivi, bisogna consolidare i Big Data all’interno di tutta l’organizzazione. Gli stessi dati. Bisogna essere chiari e trasparenti su ciò che si vuole conservare in base alle richieste pervenute.

A mio avviso, una delle sfide è pianificare parametri ed elementi per lo scenario Blended Learning: per le classi in aula virtuale, per i piani di coaching, per gli assessment così come per le lezioni in aula con docente. Siate fermi e precisi con i vostri provider, includendo tutti gli scenari da valutare all’interno dei Big Data perché altrimenti non avrete un completa overview.
Il solo E-Learning non è l’unica cosa che vorrete misurare, volete misurate tutto il programma formativo. Il Blended Learning è una grande sfida per i Big Data, lavorare con i dati che ne risultano, ed ancora quando in un contesto Blended Learning si hanno chiari i dati, i parametri, allora sarete in grado di prevedere e pianificare i comportamenti degli utenti.

Infine non bisogna essere spaventati dei Big Data: tutto sta nella qualità dei parametri e nella preparazione dei programmi di formazione che si sviluppano con i provider di servizi di formazione.

Speexx offre ogni giorno programmi di formazione linguistica in grandi aziende ed organizzazioni. Implementiamo sistemi in ambienti terze parti, ci interfacciamo con le questioni di protezioni dei dati quotidianamente ed aiutiamo i nostri clienti di stabilire i giusti parametri per la popolazione, che si coniughi alla cultura aziendale di background.

E’ molto importante capire che i Big Data non vi travolgeranno: essi sono davvero un elemento che vi aiuterà a migliorare la formazione individuale dei vostri utenti all’interno di tutta la popolazione aziendale.”

Vi lasciamo qui i link ai 2 interventi video precedenti:

Video 1: Succession Planning and Talent Mobility

Video 2: Navigating data protection regulations for a global workforce 

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